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Pubblicato: Sabato, 24 Aprile 2021 15:08
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Gradi e Benemerenze sono due aspetti fondamentali del nostro ordinamento. Spesso sono una vera e propria carta di identità che definiscono il militare, ancor più dei suoi meri dati anagrafici. Per questo è indispensabile che essi siano sempre puntualmente “sincronizzati” con la vita lavorativa e la carriera di ciascuno. Il venir meno di queste condizioni quindi non consente di disporre di un proprio elemento distintivo che impedisce al mancato beneficiario di esserr definito e riconosciuto rispetto agli altri.
Eppure è ciò che avviene da ormai troppi anni nei confronti del personale dell’Aeronautica Militare.
Tantissimi colleghi, infatti, devono attendere a lungo per promozioni o per la concessione di medaglie come quella Mauriziana e le Croci di anzianità di servizio.
L'accorciamento della permanenza nei gradi, sopraggiunta grazie al riordino delle carriere, non ha fatto altro che aumentare i ritardi e di conseguenza i disagi per quel personale che avrebbe dovuto essere promosso al grado superiore, talvolta anche da oltre un anno e mezzo, e che rimane in attesa.
Non di rado questo stato di fatto crea un danno economico soprattutto a coloro che si recano in missione e continuano a percepire indennità commisurate al grado rivestito e non a quello maturato nonché situazioni paradossali, come avviene per coloro che, operando in Italia ed all’estero in ambito interforze, si trovano sovente ad essere impiegati alle dipendenze di colleghi di altre Forze Armate, di fatto inferiori nel grado, solo perché quest’ultimi hanno rivestito il grado superiore più celermente.
Se i ritardi negli avanzamenti sono gravi, non lo sono di meno quelli per coloro che hanno fatto domanda di concessione della Medaglia Mauriziana, per i quali si parla anche di oltre due anni di attesa, nonostante l’art. 1041 del D.P.R. 90/2010 (T.U.O.M.) preveda che la pratica debba essere perfezionata in 180 giorni. Oltre al danno la beffa, perché i malcapitati in questione che provano ad avere informazioni in merito alla loro pratica da parte della Direzione Generale per il Personale Militare, ente deputato alla emanazione dei relativi decreti concessori, non riescono ad avere nessun tipo di risposta in evidente violazione di quanto previsto dalla Legge 241/1990 in materia di procedimento amministrativo.
Che sia per la burocrazia eccessiva (basti pensare alla complessità delle procedure per la redazione delle note caratteristiche indispensabili a promozioni e benemerenze) o per carenze di organico negli uffici, sta di fatto che una volta di più a rimetterci è il personale che chiede unicamente il riconoscimento di ciò che gli spetta.
Come SIAM troviamo inconcepibile il reiterarsi di questi costanti ritardi arrivati oramai in una fase di imbarazzante cronicità che demoralizza e mortifica il personale militare. Ci chiediamo come mai l'amministrazione sia sempre solerte a decretare Colonnelli e Generali contrariamente a quando si tratta di tutto il resto del personale!
Ci aspettiamo, quindi, un netto cambio di passo nella trattazione e conclusione di queste pratiche, anche per evitare l'ulteriore beffa di colleghi che si ritrovino a ricevere i provvedimenti citati solo una volta collocati in congedo.
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Pubblicato: Lunedì, 15 Marzo 2021 20:24
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Prosegue la raccolta di adesioni al ricorso sulla Previdenza Complementare promosso dal SIAM, il Sindacato dell'Aeronautica Militare.
Ricordiamo che tale iniziativa è promossa nella convinzione di fornire un supporto reale ai nostri iscritti e nel loro esclusivo interesse.
Una proposta seria, onesta e trasparente. Senza inseguire le corse al ribasso dei prezzi proposte da altri, che però presenteranno il trucco a fine giudizio ai malcapitati sottoscrittori.
Inoltre a maggior garanzia dei ricorrenti, il SIAM mette a disposizione un referente unico che sia da interfaccia con lo studio legale che patrocinerà l’azione legale, in modo da garantire sempre e comunque la migliore assistenza a tutti i partecipanti nel corso di tutto l’iter procedurale, garantendo in questo modo informazioni puntuali e chiare circa lo status della propria causa.
C’è tempo fino al 31 marzo per aderire al costo 80 euro, una quota omnicomprensiva riservata esclusivamente agli iscritti, per la quale nulla sarà dovuto in futuro a prescindere dall’esito della vertenza.
Basta scrivere al seguente indirizzo per chiedere informazioni e/o aderire al ricorso:
Il SIAM SEMPRE AL FIANCO DEL PERSONALE!
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Pubblicato: Domenica, 24 Gennaio 2021 22:34
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Che vi piaccia o no, in una società dove il superumano vince sempre, può capitare nella vita di ognuno di noi, di essere gli ultimi in tante cose; della classe, della fila, a sapere e perfino gli ultimi a capire, come in questo caso. In un contesto certamente più vasto, ma decisamente limitato perché dovrebbe mantenere le medesime dinamiche in ogni realtà che vi si associa, ad esempio e non a caso le FF.AA. in genere, riuscire a capire come si possa diventare i reietti, gli ultimi appunto, è l’ennesima prova di forza che caratterizza la carriera dei Sottufficiali dell’A.M. arruolati con la Legge 24 dicembre 1986 n. 958.
Differente trattamento, differenti tempistiche, distinzioni a limite del più antiquato ostracismo per di più discriminatorio rispetto agli altri colleghi di F.A e nella fattispecie dell’Esercito e della Marina, almeno in questa occasione, degni invece di tutte le dovute attenzioni.
Gli ultimi degli ultimi, ad una distanza quasi siderale dagli altri, tanto che a qualcuno di costoro, in preda al più totale sbigottimento è sorto spontaneo il dubbio che queste differenze potrebbero rappresentare un valore; l’unicità perfettamente in sintonia con chissà quale celato significato di inaccessibile profondità. Talmente ultimi ad arrivare (prima o poi e per grazia ricevuta), da sembrare i primi perché non c’è più nessuno in gara già da molto, molto tempo! Ci dispiace, non siamo così romantici, crediamo invece che questa condizione di assoluta confusione e disparità, sia l’ovvio risultato della più totale disattenzione e disorganizzazione. Da una parte di chi avrebbe dovuto rispettare le tempistiche di stesura della documentazione caratteristica ed invio dei libretti, come accade del resto ad ogni altro avanzamento conosciuto, dall’altra di chi avrebbe invece dovuto supervisionare e concludere il lavoro dell’iter nei tempi opportuni, fin troppo conosciuti e/o stimati.
I Marescialli di 3^ classe dell’Aeronautica Militare arruolati con la legge 958, che in questi giorni avrebbero dovuto ricevere l’avanzamento al grado successivo (con decorrenza gennaio 2020), in egual misura ai loro equiparati della Marina e dell’Esercito, sono a tutt’oggi in attesa di notizie concrete delle loro miserabili sorti.
Ci auguriamo che al più presto questa assoluta condizione di insofferenza da parte del personale coinvolto, si dissolva come una bolla di sapone, ma le domande e i dubbi che prepotentemente si sollevano da quest’ultima esperienza, nondimeno dovrebbero concedere all’amministrazione che tutto vede e che tutto sa, quali provvedimenti adottare affinché tutto ciò non possa più ripetersi in futuro.
A tutti i nostri colleghi M3 che in silenzio attendono una risposta, esprimiamo il nostro migliore e sincero augurio per un tempestivo avanzamento oltremodo meritato, rimandando a tempi migliori e forse più maturi, il concetto di fratellanza e di spirito di corpo dove gli “ultimi” dovrebbero essere tutelati come tutti gli altri. Ad maiora.
Di questo increscioso accadimento metteremo a conoscenza il Sindacato Aeronautica Militare (SIAM) affinché possa valutare azioni di tutela nei confronti dei propri iscritti.
Lo Staff
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Pubblicato: Venerdì, 02 Ottobre 2020 16:16
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Scritto da Administrator

SINDACATI: CGIL, CISL E UIL SOSTENGONO PROTESTA SINDACATO MILITARI DEL 7 OTTOBRE =
Roma, 2 ott. (Adnkronos) - ''Condividiamo e sosteniamo la protesta dei sindacati dei militari. La proposta di legge Corda rappresenta un vero e proprio passo indietro, anche rispetto alla sentenza 120/2018 della Corte Costituzionale che ha sancito la libertà di associazione sindacale di questa categoria. Sentenza di fatto ignorata dalle varie Amministrazioni, prima tra tutte il Ministero della Difesa, che ha riconosciuto le sigle già costituite ma le esclude dalle convocazioni continuando a relazionarsi con i vecchi Cocer''. Così Cgil, Cisl e Uil nazionali in merito alla mobilitazione del prossimo 7 ottobre dei sindacati dei militari, che manifesteranno davanti a Montecitorio.
''Il testo di legge, infatti, rende di fatto inesistente l'esercizio dell'attività sindacale - spiegano - in quanto le materie affidate alla contrattazione fra le Amministrazioni e i sindacati militari escludono gli aspetti ordinari della vita lavorativa in tempo di pace.
Inoltre, indica che di fronte a qualsiasi contenzioso sindacale si debba ricorrere al Tar e non, come è normale che sia, al giudice del lavoro''.(segue)
(Tes/Adnkronos)
SINDACATO: CGIL, CISL E UIL SOSTENGONO SINDACATO PROTESTA MILITARI DEL 7 OTTOBRE(2) =
(Adnkronos) - Per i sindacati ''i motivi di tanta resistenza al cambiamento sono soprattutto di natura culturale, dato che abbiamo categorie delle forze dell'ordine sindacalizzate come la Polizia di Stato e la Polizia Penitenziaria, modelli da prendere a riferimento per una moderna ed efficace legge di riforma''.
''È come se la sentenza della Corte, invece di innescare nella politica il desiderio di recuperare il tempo perduto e farsi perdonare la lunga negazione di un diritto costituzionale - concludono Cgil, Cisl e Uil - avesse rimesso in moto la tenace ostilità al rinnovamento del mondo militare. Fanno dunque bene i sindacati militari a protestare, e noi li sosterremo''.
(Tes/Adnkronos)
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Pubblicato: Giovedì, 23 Luglio 2020 18:30
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Riceviamo e pubblichiamo la lettera pervenuta dallo Studio Legale Schimmenti / Bonello relativa all'esito del ricorso "958" e alla possibilità di presentare richiesta di risarcimento per il ritardo processuale ai sensi della c.d. legge "Pinto" come già comunicato, sempre su questo sito, lo scorso dicembre 2019 (ovviamente chi ha già inviato tale documentazione negli scorsi mesi NON dovrà inviarla nuovamente).
Chiunque abbia partecipato ai ricorsi al TAR del 2009, infatti, potrà inviare i due moduli allegati, insieme alle fotocopie del documento di riconoscimento e del codice fiscale, allo Studio Legale in parola preferibilmente tramite raccomandata A/R entro e non oltre il 15 settembre 2020.
Per eventuali informazioni, oltre a contattare lo Studio Legale, potrete inviare una email all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. (specificando nome, cognome e Forza Armata) o contattare direttamente Alfio Messina (per i ricorrenti Aeronautica) e Gennaro Galantuomo (per i ricorrenti Esercito).
Lo Staff
LETTERA DELLO STUDIO LEGALE
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MODULI
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Pubblicato: Mercoledì, 03 Giugno 2020 12:22
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La proposta di legge sul sindacato dei militari licenziata dalla IV Commissione Difesa presenta purtroppo molti aspetti negativi e, francamente, le dichiarazioni esultanti ed autocelebrative di alcuni esponenti politici della stessa Commissione appaiono del tutto fuori luogo. Il testo, infatti, non ha tenuto conto di tante nostre indicazioni di buon senso come, ad esempio, quella relativa alla competenza del giudice del lavoro in caso di contenzioso sindacale o come quella relativa all’individuazione delle materie oggetto del confronto di concertazione, tanto che restano esclusi aspetti importanti per la condizione lavorativa degli operatori delle forze armate, a partire dall’orario di lavoro. Così si rende la libertà sindacale priva di sostanza e si limita la possibilità di aprire un vero processo democratico per l’efficienza delle nostre forze armate e di polizia e nell’interesse del Paese. Auspichiamo che l’aula abbia la forza e la lungimiranza di migliorare quel testo. Noi continueremo a operare affinché si realizzi una riforma coerente con quanto indicato dalla sentenza della Corte Costituzionale. Sarebbe bene non dimenticare che quella sentenza rappresenta la vera pietra miliare che dopo settanta anni ha riconosciuto diritti sindacali fino ad ora negati dal legislatore e che quel risultato è nato in virtù di un ricorso voluto e sostenuto dalle associazioni militari. Se la politica non riesce ad interpretare le esigenze del personale militare, lo chiederemo ai cittadini in uniforme e non.
fonte: https://www.sindacatoam.it/2020/05/28/commissione-difesa-testo-legge-sindacati-militari-pasticciato-e-inadeguato/
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Pubblicato: Mercoledì, 18 Dicembre 2019 22:58
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Cerimonia di giuramento dei Sergenti e dei Volontari in Servizio Permanente, recentemente assegnati al 9° Reggimento Alpini della Brigata “Taurinense”.
Si è svolta presso la Caserma “Giuseppe Pasquali”, la cerimonia di giuramento dei Sergenti e dei Volontari in Servizio Permanente recentemente assegnati al 9° Reggimento Alpini della Brigata Alpina “Taurinense”.
La cerimonia, svoltasi alla presenza della Bandiera di Guerra, del Comandante di Reggimento Colonnello Paolo Sandri e di numerosi familiari dei giuranti, ha avuto come padrino d’ eccezione Emilio Polsinelli, decorato di Medaglia di Bronzo al Valor Militare durante il suo servizio nell’Arma dei Carabinieri e padre del Maresciallo Luca Polsinelli, Sottufficiale del Nono, Caduto nel 2006 in Afghanistan nell’adempimento del proprio dovere.
Alla cerimonia, ha voluto idealmente presenziare anche il Sergente Andrea Adorno, Medaglia d’Oro al Valore Militare, che ha voluto inviare un messaggio ai presenti, in collegamento da Verona. Il giuramento militare è l’atto solenne con il quale gli appartenenti alle Forze Armate confermano i loro doveri e la loro fedeltà alle istituzioni. Valori sottolineati dalle parole del Sergente Adorno, un uomo e un soldato che per i tanti colleghi è rimasto sempre un esempio.
Nella stessa occasione sono stati consegnati i cappelli alpini ai giovani Volontari in Ferma Prefissata affluiti al Reparto nelle ultime settimane.
fonte: https://www.ilcapoluogo.it/2019/12/18/gli-alpini-del-9-reggimento-giurano-fedelta-alla-patria/



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Pubblicato: Martedì, 17 Dicembre 2019 23:31
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Il sergente lo detestava e faceva poco per mascherarlo: «Sto marocchino di m...», «pezzo di m... sto meschino», «non è degno di stare nell’esercito italiano». E avanti così con sfumature varie. Parlava del maggiore Karim Akalay Bensellam, suo superiore, primo e unico ufficiale italiano degli alpini di origini maghrebine.
Le frasi
Per queste frasi, pronunciate secondo l’accusa alla presenza di altri militari in varie occasioni, il sergente Carmelo Lo Manto è stato condannato ieri dal Tribunale militare di Verona a un anno e sei mesi. Si è chiuso così il processo che ha visto il sergente imputato di un reato che mai contestato prima in Italia dai giudici con le stellette: razzismo. Più precisamente: «Diffamazione militare continuata pluriaggravata dalla discriminazione etnica». Condanna pesante, soprattutto se si considera che il pm aveva chiesto una pena decisamente più bassa, quettro mesi.
L’avvocato: «Sono incredulo»
I giudici sono dunque andati oltre, sorprendendo lo stesso legale di Bensellam, Massimiliano Strampelli: «Sono incredulo di fronte all’inusuale durezza della condanna. Si tratta di una pena altissima per un tribunale militare». Stupore naturalmente anche da parte della difesa del sergente: «La definirei incredibile, con 14 testimoni a favore che smentivano il maggiore e che non sono mai stati sentiti a processo. Chiaramente faremo appello».
I testimoni
Va detto che diversi altri testimoni, commilitoni, hanno deposto contro il sergente. È il caso dell’alpina Elena Andreola: «Durante l’azabandiera era consuetudine sentire il sergente insultarlo». E quello della sua collega di caserma Sara Barcaro: «Il sergente non si curava del fatto che molti ascoltavano». Nell’ultima udienza, quella di ieri, è stato sentito il caporal maggiore Luca Servili, testimone arrivato in piena zona cesarini e asso insperato dell’accusa. Servili ha parlato di omertà e di aver sentito parlar male del maggiore decine di volte. «Diceva che gliel’avrebbe fatta pagare».
Quelle zuffe
Fra i due non correva buon sangue. Anche Bensellam era finito sotto processo con l’accusa di aver aggredito il sergente. Il procedimento si era chiuso con un proscioglimento per «particolare tenuità del fatto».
La condanna di oggi è per il maggiore una battaglia vinta. Ma la guerra, ha deciso il sergente, non è finita.
Andrea Pasqualetto
fonte: https://www.corriere.it/cronache/19_dicembre_16/marocchino-m-maggiore-karim-condannato-razzismo-sergente-alpini-aab02a3a-202f-11ea-befc-9fef46ed0b20.shtml?refresh_ce-cp