Raoul Nascimben, sergente maggiore capo della Julia, è l’angelo custode degli scienziati. «Gestiamo i trasferimenti tecnico-logistici con la base scientifica Concordia»
SPILIMBERGO. Da ragazzo era una giovane promessa del pedale. Dopodichè la vita gli ha riservato altro. Un lavoro faticoso, pieno di sacrifici, che lo porta per mesi lontano, molto lontano da casa e dai suoi affetti ma estremamente affascinante: affascinante a tal punto da ripagare ogni sforzo.
Un lavoro che non cambierebbe per nulla al mondo, nonostante viva per molti mesi dell’anno sottozero. In questi giorni, il termometro dov'è registra meno 40 e oltre. Stiamo parlando di Raoul Nascimben, taurianese, sergente maggiore capo della brigata alpina Julia.
Ricercatori tra i ghiacci. Sposato con Marisa, padre di due ragazze, Chiara e Giada, di 17 e 12 anni, Nascimben fa parte della spedizione italiana impegnata in Antartide per conto del Pnra, il Programma nazionale di ricerche in Antartide, condotto sotto l’egida del ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca.
E in Antartide, nella piccola base di Cap André-Prud’homme, a 25 mila chilometri di distanza dalla sua famiglia, passerà il prossimo Natale. Di professione traversista, Nascimben, è partito per il continente di ghiaccio il 7 novembre insieme ai colleghi Silvio Dezza e Gianfranco Ren per la missione “estiva”.
Con loro un gruppo di studiosi che, per poter fare parte della missione scientifica, hanno affinato la reparazione partecipando a un intenso periodo di addestramento al Centro addestramento alpino, nelle sedi di Courmayeur e La Thuile.
Solo pochi idonei. Una scelta Dei candidati, in tutto una cinquantina, fra scienziati e tecnici di diverse università, enti di ricerca ed aziende, solo una ventina sono stati ritenuti idonei. Nascimben, insieme ai colleghi, fa loro letteralmente da angelo custode.
«A noi spetta il compito di vegliare su di loro – spiega il sottufficiale – Possono avvalersi delle nostre competenze tecniche per la sicurezza durante i movimenti e gli stazionamenti nelle basi remote, nella tenuta dei collegamenti e nell’utilizzo dei mezzi speciali da neve. Personalmente si tratta della quarta spedizione e, devo dire, che l’emozione è sempre grandissima, come fosse la prima volta».
Un lavoro complesso. «Il nostro lavoro – sottolinea Nascimben – consiste nel preparare e guidare i veicoli necessari a portare il materiale tecnico logistico da Cap André-Prud’homme alla base italo-francese Concordia, separate da circa un migliaio di chilometri: un viaggio che dura di media una dozzina di giorni e che, nonostante tutti le insidie che si possono avere viaggiando sul ghiaccio e con il vento catabatico che soffia a più di 150 chilometri orari regala un panorama assolutamente unico».
Il sottufficiale taurianese della Julia rientrerà in Italia il 6 febbraio.
Guglielmo Zisa